Al Techfugees Italiano, presentata la RefAid App

Si è svolto il 5 e 6 novembre l’appuntamento italiano di TechFugees. L’iniziativa fa parte di una serie di eventi internazionali lanciati da Mike Butcher, editor della rivista online TechCrunch, e supportati dalla mobilitazione di ricercatori attivi nel settore delle nuove tecnologie, organizzazioni umanitarie e attivisti per i diritti umani. L’evento è stato pensato come un momento di conoscenza e interazione tra il mondo della tecnologia e quello della protezione dei migranti. La formula utilizzata è quella dell’hackathon, maratona creativa nella quale sviluppatori, grafici ed esperti di marketing condividono idee e strumenti per arrivare a soluzioni innovative e smart per un determinato obiettivo. Nello specifico le applicazioni sviluppate nel corso della Hackathon di Techfugees si rivolgono ai protagonisti delle ondate migratorie verso il nostro continente, oltre che ai vari Enti e organizzazioni non governative che offrono servizi di supporto. Una tra le novità che caratterizzano questi nuovi flussi è l’utilizzo frequente delle nuove tecnologie da parte dei migranti in viaggio. Durante la prima maratona londinese di Techfugees è stata presentata la RefAid App, creata da Shelly Taylor di Trelliz e sviluppata in team con Francesca Romana Zotta (EuGen) e alcuni giovani rifugiati siriani. L’applicazione si propone di essere una bussola per i profughi che, sia durante il viaggio che all’arrivo in Europa, incontrano spesso un vuoto strutturale e legislativo, oltre che politiche repressive. L’App lanciata a Roncade sarà scaricabile online nel giro di poche settimane. È uno strumento di geo-localizzazione che consente una mappatura online dei servizi primari messi a disposizione dei profughi nei paesi europei. Grazie a RefAid App sarà quindi più facile per i migranti essere al corrente dei servizi più vicini alla loro posizione. L’applicazione tende ad offrire assistenza a chiunque ne abbia bisogno, con un carattere fortemente solidale e aperto. Uno strumento quindi, che si rivelerà preziosissimo tanto per i beneficiari dei servizi quanto per chi eroga i servizi stessi. Alla presentazione c’era anche l’Arci, che vedrà tutti i suoi sportelli di assistenza ai migranti segnalati nell’applicazione. Secondo Walter Massa, responsabile nazionale Arci Immigrazione «RefAid ha la potenzialità di raggiungere anche coloro che rischiano di disperdersi nel territorio senza usufruire di un’adeguata tutela. Si tratta di un target particolarmente caro all’Arci che grazie alle sue strutture territoriali garantisce servizi di orientamento, tutela socio-legale e mediazione».