Intervista a Izzedin Elzir, presidente Ucoii: «Abbraccio il popolo francese».
A cura di Umberto De Giovannangeli.
«Vorrei anzitutto dare un abbraccio a tutto il popolo francese, e allo stesso tempo, esprimere la più ferma condanna, senza se e senza ma, degli atti vili di terrorismo compiuti a Parigi, che sono contro non solo il popolo francese ma tutta l’umanità». A parlare è Izzedin Elzir, presidente dell’Unione delle Comunità Islamiche in Italia (UCOII) ed imam di Firenze. Il mondo è inorridito e sotto shock di fronte ai sanguinosi attentati di Parigi. C’è chi ha messo sotto accusa il mondo musulmano e le sue comunità in Europa, sostenendo che fate poco o nulla per contrastare gli estremisti. Mi spiace che qualcuno pensi in questi termini non sapendo, o facendo finta di non sapere, cosa fanno i musulmani e, in particolare, le comunità musulmane in Europa. Per emarginare il pensiero estremista e quanti lo professano, noi mettiamo a repentaglio la nostra stessa vita, perché per questi violenti noi siamo considerati dei traditori. Un po’ di rispetto verso i musulmani: è ciò che chiediamo, e che le vittime innocenti di Parigi non vengano usate per calcoli politici di quanti si sono trasformati in imprenditori di paure. Ma in concreto, in che modo cercate di emarginare questi estremisti? Anzitutto, le comunità islamiche sono parte integrante della società italiana ed europea. E quando qualcuno di queste comunità uccide una vita, vuol dire un fallimento di tutti quanti noi. Perché tutti quanti noi ci sentiamo responsabili per ciò che è successo. Cerchiamo di fare il nostro dovere: emarginare, dialogare, confrontarsi, ma è importante che tutti, per quel che compete loro, la magistratura, le forze della polizia, la politica, si assumano le proprie responsabilità. E questo vale anche per la società civile. Sono convinto che se si riuscisse a stabilire un coordinamento tra tutte queste realtà, avremmo meno fallimenti. Quanto a noi, voglio essere estremamente chiaro: chi uccide una persona, secondo l’Islam, è come se avesse ucciso l’umanità intera. In precedenza ho invocato una assunzione di responsabilità da parte di tutti, ma ci tengo a ribadire che questo non significa nel modo più assoluto venir meno alla più ferma condanna degli attentati compiuti a Parigi. Attentati compiuti in nome di Allah. Questa è un’altra bestemmia. Perché viene usato il nome del Creatore per uccidere le persone. Invece ‘Allahu Akbar’ (Dio è grande) è una bellissima parola che si usa per entrare nelle preghiere, per avere la comunione e il dialogo con il Clemente, il Misericordioso. Per trovare l’armonia e la pace. Ma oggi le religioni, invece di unire, vengono utilizzate sovente per creare divisioni, per giustificare crimini, per lanciare la Jihad globale. Questo vale per una ristretta minoranza. Se non fosse davvero così, se la maggioranza dei musulmani fossero dei pericolosi estremisti, troveremmo violenza e terrorismo in ogni città. Invece non è così. Le religioni sono un prezioso strumento di convivenza e dialogo. Lo scontro è politico, la posta in gioco è il potere, anche se c’è chi usa le fedi religiose come copertura.
(per gentile concessione de L’Unità ).