I presidenti raccontano i loro comitati

Continuiamo a pubblicare, dopo l’Assemblea dei comitati che si è svolta a Roma il 10 e 11 ottobre, gli interventi dei Presidenti dei comitati perchè raccontino la propria esperienza e che cosa si aspettano dalla direzione nazionale. Su questo Arcireport, i contributi di Alessio Artico, presidente Arci Savona e Vincenzo D’Antuono, presidente Arci Como.

Di Alessio Artico presidente Arci Savona.

58 anni e non dimostrarli….il comitato Arci Savona nasce dalla tradizione delle Società di Mutuo Soccorso nel 1957, lo stesso anno in cui si svolge a Firenze l’Assemblea costituente dell’Arci a livello nazionale. Arci Savona ha un forte radicamento territoriale nel capoluogo di provincia, nelle cittadine limitrofe e nell’immediato entroterra, basato su una rete di 76 realtà che contano più di 13.000 soci. Una rete che ha solide radici nella tradizione mutualistica, nella solidarietà, nell’antifascismo, nella lotta alle discriminazioni, nella tutela dell’ambiente e dei diritti umani. Una rete in cui il comitato svolge un doppio fondamentale ruolo: verso l’interno perché Arci Savona è formata da Società di Mutuo Soccorso e circoli che sono sostenuti attraverso dei servizi di consulenza forniti direttamente dal comitato; verso l’esterno perché Arci Savona è impegnata in molte iniziative. Comitato e circoli sono protagonisti, con il Comune, dei due più importanti progetti di riqualificazione culturale realizzati a Savona negli ultimi anni e che hanno determinato la nascita di un polo culturale (Officine Solimano) e di una sala registrazione (Music Lab) dove prima c’erano locali non più usati. Comitato e Circoli si impegnano nel sociale: nei progetti a favore dell’invecchiamento attivo; nella raccolta e distribuzione di materiale scolastico; nel sostegno ai migranti bloccati a Ventimiglia; nel supporto alle realtà che lottano contro l’illegalità e le mafie, nelle iniziative contro l’omofobia e la xenofobia. Il comitato si schiera – assieme a molti circoli, associazioni e comitati – a difesa dell’ambiente nella vicenda della centrale a carbone Tirreno Power di Vado Ligure, portando avanti la richiesta di un ciclo produttivo rispettoso dell’ambiente e della legge, a tutela dei cittadini e dei lavoratori. Stiamo vivendo un periodo di crisi economica e sociale, in cui i valori proposti da Arci spesso non sono ‘di moda’ ed in cui i dirigenti volontari delle nostre basi, quotidianamente, devono risolvere numerosi problemi amministrativi, economici e legislativi. Pertanto, è fondamentale l’azione del nazionale nel ‘fare squadra’, promuovendo campagne a favore di ideali comuni e sostenendo l’azione quotidiana dei comitati tramite seminari, incontri e corsi di formazione. Quando questo non avviene o avviene in ritardo si crea una frattura, una distanza tra i vari livelli dell’associazione che diventa controproducente per il suo sviluppo ed azione. L’Assemblea dei Presidenti dei comitati è un valido strumento che può permettere ai dirigenti di incontrarsi in un ambiente meno istituzionale del Consiglio nazionale, in cui conoscersi e scambiarsi opinioni e soluzioni a problemi comuni. Rispetto alla prima edizione, a mio avviso, il nazionale dovrebbe da un lato rivedere la preparazione dell’evento, coinvolgendo i partecipanti già nella fase preparatoria, distribuendo in anticipo il programma e permettendo una partecipazione consapevole. Dall’altro, ripensare alla gestione dell’evento, diminuendo i lavori plenari e studiando l’istituzione di gruppi di lavoro tematici in cui tutti i partecipanti potranno essere parte attiva dei lavori. Del resto, la vera forza ed il vero patrimonio dell’Arci, a tutti i livelli, è costituito dalle donne e dagli uomini che la compongono e che ogni giorno si impegnano per migliorare la realtà in cui viviamo.

Di Vincenzo D’Antuono presidente Arci Como.

La nostra definizione di Arci è la rete che fa rete, e, in quanto comitato di rete, partecipiamo attivamente e svolgiamo molto lavoro in diversi soggetti locali che abbiamo contribuito a fondare. I temi che in essi trattiamo costituiscono le nostre priorità: operiamo con Libera sul terreno dell’antimafia sociale; L’Isola che c’è, associazione di associazioni e produttori, sul tema degli stili di vita e delle pratiche ecologiste; il Coordinamento Comasco per la Pace, altra associazione di associazioni e comuni che opera sul terreno della pace e dell’antirazzismo. Con Anpi ed altri soggetti costituiamo poi una rete antifascista e di difesa della Costituzione. Attraverso i nostri circoli Xanadù e Ecoinformazioni, presenti nel capoluogo, esprimiamo forte presenza nel campo della cultura e dell’informazione. Il comitato è costituito quasi completamente da volontari (disponiamo di una sola funzionaria part time) e questo non ci permette di seguire adeguatamente tutto ciò che andrebbe seguito: questo aspetto, a cui si aggiunge la scarsità di risorse economiche, rende problematico investire in nuovi progetti e iniziative. Se riflettiamo sul contributo che Arci nazionale potrebbe dare alla nostra attività nel territorio, non crediamo si possa parlare di singoli contributi ma di politiche generali. Crediamo sia fondamentale accorciare la distanza fra l’associazione propriamente detta e le sue basi associative, andrebbe indagato meglio il territorio, bisognerebbe conoscere le esperienze e le eccellenze che si producono, farne nutrimento per le politiche dell’associazione. Un’Arci un pò più circolare e meno verticale aiuterebbe in questo. Servirebbe un grande investimento economico e politico sui regionali per metterli in grado di costruire politiche e iniziative omogenee sul territorio e stare veramente vicini ai circoli e ai comitati.