AstraDoc, il successo del cinema documentario a Napoli

Di Roberto D’Avascio presidente Arci Movie.

È ripartita da poche settimane AstraDoc – Viaggio nel cinema del reale, la rassegna dedicata esclusivamente al cinema documentario organizzata, al Cinema Astra di via Mezzocannone a Napoli, da Arci Movie e Parallelo 41. Produzioni in collaborazione con l’Università degli Studi di Napoli Federico II, e con il patrocinio del Comune di Napoli. Si tratta della settima edizione, con tante serata che scandiranno il dipanarsi della manifestazione ogni venerdì sera, dalla fine di novembre 2015 fino ad aprile 2016. Sono previsti una trentina di titoli, tra i quali spiccano i migliori documentari degli ultimi tempi, tanti ospiti che sono venuti e verranno a presentare le loro opere al pubblico napoletano, e una mini-rassegna di cortometraggi realizzati dagli allievi del primo Atelier di Cinema del Reale del progetto FILMaP di Arci Movie, che introdurranno le serate. AstraDoc nasce nel 2009 dall’intuizione di proporre alla platea napoletana un panorama sulla nuova cinematografia caratterizzata dal documentario, che iniziava a ritagliarsi spazi importanti nei festival di tutto il mondo, e che coincide a Napoli con la riapertura serale del Cinema Astra, storica sala universitaria d’essai nel cuore della città, dove si sono formate intere generazioni di studenti. Oggi che il documentario d’autore è alla ribalta della cronaca di settore, spopolando ai festival e vincendo importanti premi anche nelle sezioni principali delle più prestigiose competizioni internazionali, la rassegna si propone sempre lo stesso obiettivo, quello di offrire uno sguardo sul cosiddetto ‘cinema del reale’, nazionale e internazionale, attraverso una programmazione di film capaci di affrontare le più importanti tematiche della nostra contemporaneità a partire dal percorso Napoli-Italia-Mondo, film spesso introvabili nella programmazione ordinaria delle sale cinematografiche cittadine. Il cinema documentario, infatti, rappresenta ormai una dimensione narrativa fondamentale nel racconto cinematografico contemporaneo, con una contaminazione crescente e sempre più stimolante tra il livello della finzione e quello della realtà. Da tempo si assiste ad una corsa a raccontare il reale, foriera di interessanti spunti di sperimentazione che ambiscono ad intercettare l’attenzione di un nuovo pu bblico. AstraDoc, con la sua programmazione, vuole provare a restituire tutto ciò, attraverso quella che è stata, da sempre, una delle caratteristiche principali della rassegna, ovvero la presenza degli autori, dei protagonisti e di ospiti del mondo del cinema e della cultura, con momenti di discussione e confronto con il pubblico. Un pubblico ormai esperto quello di AstraDoc, che ha imparato a conoscere e amare un genere delittuosamente escluso dai circuiti di distribuzione più commerciali, e che ha avuto negli anni la possibilità di incontrare decine di registi, animando dibattiti e confronti. In quest’ottica AstraDoc aderisce da tempo alla rassegna nazionale L’Italia che non si vede, a cura di UCCA, proponendo alcuni dei titoli che fanno parte di questa iniziativa. La rassegna è riuscita negli anni a diventare luogo di una comunità eterodossa e variegata fatta di cinefili, appassionati, cultori del genere, curiosi, studenti, studiosi e semplici spettatori. La rassegna è stata inaugurata lo scorso 27 novembre, con la proiezione del film Janis di Amy Berg, opera in selezione sia alla 72° Mostra del Cinema di Venezia che al Toronto International Film Festival, sulla vita e la carriera di Janis Joplin, una delle più influenti icone del rock che ha ispirato un’intera generazione, morta tragicamente a soli 27 anni, in un turbinio di passione per la musica e le dipendenze. A tenere a battesimo l’apertura della rassegna è intervenuto, a sorpresa, il regista israeliano Amos Gitai, già a Napoli lo scorso ottobre per presentare in anteprima il suo ultimo film Rabin: The Last Days durante la rassegna Venezia a Napoli, che ha salutato la sala ricordando Arci Movie e l’esperienza della sala di Ponticelli: «Grazie per l’invito, amo questa città e voglio tornarci ancora e ancora. Sono stato qui a Napoli la volta scorsa e ho fatto una bellissima esperienza andando in un quartiere di periferia di Napoli, Ponticelli, al Cinema Pierrot, dove ho incontrato le scuole superiori e dove abbiamo visto il film Kippur». Gitai è rimasto fortemente emozionato dalla presenza di tanti studenti pronti a discutere il suo vecchio film: «È stata un’esperienza fantastica vederlo insieme a loro e soprattutto sono stato colpito dalle domande che facevano quei ragazzi, sono state domande più belle della conferenza stampa che avevo fatto a Venezia. È bellissimo che siete in tanti stasera, è bellissimo questo atto di resistenza che fate qui organizzando questa rassegna, a far vedere un altro tipo di cinema, a profondere nella mente delle persone, delle personalità un modo di vedere un cinema diverso, a non mangiare tutti da McDonald’s e non guardare tutti solo i film prodotti a Los Angeles, ma di far vedere pure altre cose. Spero di ritornare a far vedere anche il mio film qui in questa sala, Rabin: the last day, probabilmente distribuito in Italia in marzo». La rassegna, che ha fatto il pienone di pubblico nei primi appuntamenti con oltre cinquecento spettatori a serata, si è arricchita quest’anno della presenza di dieci cortometraggi realizzati dagli allievi del primo Atelier di Cinema del Reale del progetto FILMaP, che Arci Movie ha creato a Ponticelli con il contributo di Fondazione con il Sud, coinvolgendo come coordinatore scientifico Leonardo Di Costanzo. Un progetto importante, che sta riscontrando anche un certo successo, dal momento che queste opere stanno partecipando a diversi festival italiani, ottenendo importanti riconoscimenti, come è accaduto al corto Il foglio di Silvia Bellotti, che è stato presentato in concorso ufficiale nella sezione Italiana corti al 33° Torino Film Festival.