Non è passato, è memoria

Di Andrea La Malfa referente Arci su Memoria e Antifascismo.

«Non è passato. È memoria». Questa la frase scelta dall’Arci per la Giornata della Memoria 2016, che sarà di ispirazione alle tante manifestazioni culturali che la nostra associazione organizzerà in tutta Italia. Non parliamo di passato perché nuove discriminazioni colpiscono ancora le categorie più deboli della nostra società, perché la rabbia sociale cerca di sfogarsi trovando negli ultimi facili bersagli e, su queste paure, un pensiero politico razzista cerca nuova linfa e legittimità. Ma è memoria perché capire ciò che è accaduto è un percorso necessario di difesa contro la discriminazione che si ripresenta in forme diverse. La memoria ci consegna tutt’oggi chiavi di lettura attuali, che ci spingono su posizioni contingenti, per una società libera, laica, che riconosca i diritti delle persone. La Giornata della Memoria nasce su iniziativa delle Nazioni Unite per ricordare la tragedia dell’Olocausto. La data scelta, il 27 gennaio, coincide con la liberazione di Auschwitz ad opera delle truppe sovietiche. È dunque naturale che le iniziative di questa Giornata siano improntate su quella tragedia, che resta indelebile nella storia anche per la determinazione e la fredda logica con cui fu portata avanti, causando orrore e milioni di morti; donne e uomini, anziani e bambini, ebrei, zingari, omosessuali, oppositori politici. Ma la memoria è per noi uno strumento che può essere usato per far conoscere diverse storie: quelle di chi si oppose alle mafie, le storie quotidiane di chi perde la vita fuggendo dalle guerre, le vittime delle stragi di cui, essendo stata negata la verità giudiziale, noi conserviamo la verità storica. Storie che raccontiamo in momenti diversi, nel corso dell’anno. Il 27 gennaio l’impegno dell’Arci a ricordare il dramma della Shoah è forte e sentito. Usando in maniera diffusa i linguaggi della cultura, nelle forme artistiche, espressive, musicali e cinematografiche. Promuovendo progetti specifici rivolti ai giovani, come Promemoria_Auschwitz, il viaggio della memoria dell’associazione federata Deina e di molti comitati Arci, che a febbraio porterà con due treni speciali circa 1300 giovani a visitare i campi di concentramento e sterminio. Ricordare è un dovere di tutti ma trasmettere la memoria ai giovani ha forse un valore ancora maggiore, che rientra nella costruzione del futuro, di una cittadinanza attiva e di una dimensione educativa e formativa personale. Credo fortemente che le politiche giovanili non possano essere pensate come un welfare residuale; perché il nostro Paese ha molto bisogno di una cittadinanza consapevole. «La storia in verità è testimone dei tempi, luce della verità, vita della memoria, maestra di vita, messaggera della verità». È in questa locuzione del De Oratore di Cicerone che ravvisiamo il senso stesso della storia, la sua funzione ammaestratrice, l’importanza generazionale di quella fiaccola che ci tramandiamo lungo i secoli. Attraverso la storia insegneremo ai nostri ragazzi che il viaggio più grande dell’umanità è un filo conduttore che supera le storie e le ambizioni personali.