I costi per i servizi sociali fuori dal Patto di stabilità

Miseria Ladra, la rete di cui fanno parte Libera e Gruppo Abele, Sbilanciamoci!, Arci e Rete della Conoscenza promuove una campagna rivolta agli amministratori locali, al Parlamento, al Governo italiano e alle istituzioni europee per chiedere di porre fine alle politiche di austerità e, in ogni caso, di escludere la spesa sociale dal Patto di stabilità. Il 18 novembre il presidente della Commissione Europea Juncker ha annunciato che le spese per la sicurezza e l’acquisto di armi saranno considerate spese straordinarie, da non far rientrare nel Patto di stabilità. Una decisione presa in seguito agli attentati terroristici di Parigi. In pochissime ore si è deciso di derogare, in nome della lotta al terrorismo e della sicurezza, alle regole di uno dei pilastri delle politiche di austerità portate avanti dall’inizio della crisi. Il rispetto del Patto di stabilità è la motivazione con la quale negli ultimi anni sono stati sottratti 19 miliardi agli enti locali e 12 miliardi di mancati trasferimenti erariali. A questo si somma la drastica riduzione del Fondo Nazionale per le politiche sociali: rispetto al 2008 il fondo ha subito un taglio complessivo di quasi l’80%, mentre la quota destinata a regioni ed enti locali ha subito una riduzione del 58%. La drammatica riduzione dei fondi per il contrasto alla povertà e l’esclusione sociale e l’assenza di misure strutturali di sostegno al reddito hanno scaricato sulle fasce più deboli della popolazione gli effetti della crisi, producendo un aumento della povertà che non trova un riscontro esauriente nelle statistiche Istat. La povertà assoluta è triplicata arrivando a colpire oltre 4,5 milioni di italiani, mentre la dispersione scolastica, la povertà minorile e la disoccupazione giovanile sono tra le più alte d’Europa. Gli ultimi dati Istat denunciano come il 28,3% della nostra popolazione sia a rischio povertà. Una situazione drammatica che favorisce mafie e corruzione e che rischia di innescare guerre tra poveri e generare frammentazione sociale e rancore negli strati della popolazione più disagiati, sempre più marginalizzati. Ma le diseguaglianze sono aumentate a livelli insopportabili in tutta l’Europa e rappresentano il problema principale che oggi mette seriamente a rischio coesione sociale e tenuta democratica. Sono 128 milioni i cittadini europei in povertà relativa e 43 milioni nell’indigenza. Se in nome della lotta al terrorismo si è data la possibilità ai governi di derogare al Patto di stabilità non inserendo nel conteggio del deficit le spese per la sicurezza, crediamo sia ancora più urgente derogare al patto di stabilità per le spese relative ai servizi sociali, fondamentali per il contrasto alle diseguaglianze e all’esclusione sociale di cui il terrorismo si nutre per diffondere i suoi messaggi di odio. Le politiche sociali rappresentano infatti un investimento sulla coesione sociale e sulla sicurezza. Il terrorismo lo si sconfigge soprattutto combattendo le diseguaglianze e investendo in diritti sociali, istruzione e cultura, le vere armi in grado di isolare socialmente e politicamente l’ideologia del terrore e della guerra. I promotori hanno anche prodotto un fac simile di delibera, invitando gli amministratori locali a farla approvare in Giunta e in Consiglio, sostenendo così la campagna. Nella lettera di accompagnamento, in cui si illustrano le motivazioni dell’iniziativa, si sollecita ad impegnarsi per l’approvazione di un dispositivo, contenuto nella delibera, in cui si chieda con urgenza di derogare al patto di stabilità per le spese relative ai servizi sociali. A tal fine la Giunta e il Consiglio si impegnano a rivolgersi al governo nazionale chiedendogli di manifestare presso il presidente della Commissione europea la volontà politica del nostro paese di derogare in nome del rispetto dei Diritti e della Intangibilità della Dignità umana sanciti nella Carta di Nizza.

Per adesioni alla campagna ed info: ximpattosociale@gmail.com.