L’audizione al Senato delle associazioni nazionali di cultura cinematografica

Di Candido Coppetelli portavoce delle Associazioni Nazionali di Cultura Cinematografica e Presidente C.G.S.

«Il giorno della Candelora! Dall’inverno siamo fora!» recitava un antico proverbio … ed è proprio in quel giorno che siamo chiamati a dissipare i freddi dell’inverno che abbiamo vissuto da quando è stato presentato, la scorsa estate, il disegno di legge elaborato come Legge Quadro in materia di riassetto e valorizzazione delle attività cinematografiche e audiovisive. Una legge quadro che non citava più le Associazioni Nazionali di Cultura Cinematografica e i Circoli del Cinema, al contrario del recente disegno di legge collegato per la disciplina dell’audiovisivo e dello spettacolo del 28 gennaio scorso, nel quale viceversa le nostre associazioni sono presenti. Mi incontro con Angelo Tantaro che mi accompagna, e dopo un veloce caffè iniziamo puntuali, presenti alcuni Senatori e la prima firmataria, la Senatrice Di Giorgi. Illustro per primo, mantenendomi nei dieci minuti assegnati, il documento precedentemente redatto e condiviso con i nove presidenti delle Associazioni Nazionali, mettendo l’accento sul ‘modello’ ancora attuale che le nostre associazioni svolgono nel panorama della promozione cinematografica. Un modello unico di promozione affine ai più avanzati standard europei. Ribadisco la rilevanza culturale delle nostre Associazioni, riconosciuta dal legislatore fin dalla prima legge organica sul cinema (1965) e dalle sue successive modificazioni, sempre con un articolo a esse specificamente dedicato. Ricordo il grande lavoro di prossimità e profondità svolto dai circoli del cinema in quei luoghi, lì proprio dove la fruizione collettiva del racconto cinematografico è venuta meno, a causa della desertificazione delle sale operata dalla crisi e dal mercato, ed il grande impegno profuso nell’editoria (cartacea e on line), rappresentato dalle storiche riviste di critica cinematografica promosse dalle nostre associazioni. Ed ancora l’enorme coinvolgimento operato nel mondo della scuola, con proiezioni e percorsi formativi (per docenti e alunni). Termino il mio intervento ricordando il lavoro del Coordinamento, che nel passato ha attivato progettualità comuni, ed il prezioso impegno di Diari di Cineclub che puntualmente testimonia le attività del comparto associativo. Il mio intervento è seguito da quello di Gian Luca Farinelli, direttore della Cineteca di Bologna, che pone al centro della sua relazione il Registro dei diritti d’autore, la necessità di un censimento delle opere esistenti e lo stop ai finanziamenti a pioggia, e da Vincenzo Vita e Antonio Medici della Fondazione Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico (Aamod), che esprimono apprezzamento per il fatto che nell’art. 2, tra gli aspetti considerati «di rilevante interesse generale», vi siano anche «conservazione e restauro dei film» insieme a quelli di formazione professionale e di educazione all’immagine. Mi colpisce il fatto che entrambi i relatori si riferiscano comunque in alcuni passaggi dei loro interventi ai circoli del cinema come risorsa per la promozione del cinema nei territori. Il dibattito che segue è animato dagli interventi dei Senatori Conte (AP, NCD-UDC) – vice presidente della Commissione, Bocchino e Montevecchi (M5S), Ferrara, Puglisi e Tocci (PD), Giro (FI-PdL), Liuzzi (CoR) e Petraglia (SEL). Tutti evocano il recente disegno di legge del 28 gennaio, che sembra vanificare il lungo e proficuo lavoro operato dalla Commissione. La Senatrice Di Giorgi assicura tutti che il lavoro compiuto troverà attenzione nel collegato del nuovo disegno di legge. Da più parti viene evidenziato il nostro lodevole lavoro a favore della promozione del cinema. La stessa prima firmataria, la Senatrice Di Giorgi, si avvicina ringraziandoci per il contributo espresso. Usciamo con un pizzico di ottimismo, consci della necessità di rafforzare l’azione per il riconoscimento delle nostre ragioni. È sempre il 2 febbraio. Il giorno della Candelora. A Roma l’aria è primaverile… dall’inverno siamo fora?