Con ‘Il deserto intorno’ di Giulio Di Meo, consegnati 3000 euro all’associazione Afapredesa

Grazie alle vendite del libro Il deserto intorno, è stata effettuata a gennaio una donazione di 3000 euro ad Afapredesa (Associazione delle famiglie dei prigionieri e desaparecidos Saharawi). Il libro fotografico di Giulio Di Meo racconta la fatica, la speranza e la lotta di migliaia di donne, giovani e anziani che dal 1974 vivono da rifugiati nel deserto del SahaAfapredesara sui campi profughi Saharawi. Così come con i libri precedenti (Sem Terra e Pig Iron), anche con Il Deserto Intorno Giulio Di Meo, fotografo italiano che con l’Arci organizza dal 2007 workshop di fotografia sociale in diverse realtà del sud del mondo, ha voluto dare prova di come la fotografia non possa più limitarsi alla sola informazione o alla facile illusione della sensibilizzazione, ma di come possa e debba essere un veicolo attraverso cui realizzare qualcosa di concreto. Con i ricavi dei libri venduti finora, sono stati donati 3mila euro ad Afapredesa. Come raccontato ne Il Deserto Intorno, quest’associazione è nata a fine anni ’80 nei campi rifugiati di Tindouf, come risposta civile e non violenta alla drammatica situazione dei diritti umani causata dall’invasione marocchina del Sahara Occidentale. L’associazione svolge quotidianamente un lavoro di ricerca sulla sorte dei desaparecidos Saharawi, recuperando notizie, dati e testimonianze, cercando di alleviare l’angoscia delle famiglie delle vittime. In altre parole, ha anticipato di trent’anni quanto espresso dal giudice spagnolo Bartle che, nella richiesta di estradizione per Augusto Pinochet, ha definito come «tortura psicologica» la situazione subita dai familiari. Nonostante sia stata bandita dal governo marocchino, Afapredesa continua a portare avanti attività di sensibilizzazione presso la popolazione saharawi sulla cultura dei diritti umani e della pace, a monitorare la situazione dei diritti umani nei territori occupati del Sahara Occidentale, nonché le denunce per tortura e genocidio presso i tribunali spagnoli. Alle gravi difficoltà che affrontano quotidianamente i saharawi, a fine ottobre del 2015 si sono aggiunti i danni causati da una violenta alluvione. Le forti inondazioni, accompagnate da intense tempeste di sabbia e raffiche di vento, hanno danneggiato gravemente più di 2.500 costruzioni di adobe (realizzate con mattoni formati da un impasto di argilla, paglia e sabbia) in diversi accampamenti. Secondo le informazioni esistenti, sarebbero oltre 3mila gli alloggi di fango e sabbia letteralmente scioltisi a causa delle intemperie e oltre 25mila gli sfollati. Un bilancio drammatico che ha colpito anche centri sanitari, scuole e asili, che sono stati distrutti o seriamente danneggiati dalla bomba d’acqua. Anche la sede di Afapredesa ha subito gravi danni strutturali. Per questo motivo i fondi raccolti saranno utilizzati per la ricostruzione della sede. Giulio Di Meo è disponibile ad organizzare incontri e presentazioni del libro.

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