Di Davide Vecchiato coordinatore nazionale Arci Antimafia sociale e legalità democratica
La legge su beni confiscati funziona, eccome funziona! L’antimafia è viva e vegeta. Lo dimostrano tutti i ragazzi che nei mesi estivi animano i beni confiscati e le zone insanguinate dalla criminalità organizzata in tutta Italia. Nell’immaginario collettivo, questi immobili e terreni sono vuoti e abbandonati, ma grazie a questa legge ci sono migliaia di persone di buona volontà che si sono organizzate in associazioni e cooperative, in cui anche l’Arci contribuisce a vario titolo. C’è, per esempio, la nostra cooperativa ‘Lavoro e non solo’ a Corleone, che produce prodotti agricoli per il consorzio Libera Terra; ‘Affari puliti’ a Campolongo Maggiore, che nel bene confiscato ha pensato ad un co-working e ad una start-up con le stampanti in 3D a disposizione per il settore calzaturiero della riviera del brenta nel veneziano; o l’associazione ‘Nero e non solo’ di Santa Maria la Fossa nel casertano, che produce buonissimi prodotti agricoli oltre ad allevare lumache. E tante altre esperienze simili, da Reggio Calabria a Lecco. Sono 520 esperienze mappate da Libera in tutta Italia, dove si contano più di 17mila beni e circa 800 imprese confiscati definitivamente, secondo i dati aggiornati dell’ANBSC. La confisca dei beni alle mafie è infatti uno degli strumenti più efficaci nella lotta alle organizzazioni criminali, perché le colpisce alle fondamenta della loro ‘mission’ e nel potere economico, come aveva intuito Pio La Torre già negli anni ottanta, prima di essere trucidato a Palermo. Oggi costituiscono anche una formidabile occasione di economia pulita e favoriscono l’inserimento lavorativo di migliaia di persone in tutto il Paese. Inoltre, già la Commissione Europea aveva affermato che la confisca dei beni alle mafie va inclusa tra le iniziative strategiche da mettere in campo per sviluppare una politica che tuteli l’economia legale da infiltrazioni criminali, contribuendo così alla crescita e all’aumento dell’occupazione in Europa. Infatti, l’azione della criminalità organizzata ha effetti anche sul mercato del lavoro, soprattutto in una fase di crisi economica. Le opportunità offerte dal nostro modello associativo possono contribuire a contrastare questo fenomeno, superando gli eventuali limiti dell’intervento pubblico. L’Arci e tutte le organizzazioni impegnate nell’antimafia sociale costruiscono, attraverso la conoscenza di questi fenomeni, la possibilità di contrastarli, rinnovando continuamente il legame sociale tra cittadini e istituzioni.