La Procura di Brescia apre un’inchiesta sulle armi italiane vendute all’Arabia Saudita

Spettacolo alla Casa Circondariale di Livorno

La Procura di Brescia apre un’inchiesta sulle armi italiane vendute all’Arabia Saudita

La Procura di Brescia ha avviato un’inchiesta sulle forniture di bombe made in Italy verso l’Arabia Saudita, con ipotesi di possibile violazione della legge 185 del ‘90. Lo riporta un articolo del settimanale Panorama che conferma indiscrezioni precedenti e ribadisce la fondatezza dell’esposto presentato da Rete Disarmo a gennaio 2016 in diverse Procure d’Italia. Le indagini non si sono limitate allo studio delle carte e delle notizie dell’esposto ma sono stati fatti passi concreti per l’acquisizione diretta di nuove informazioni. Corroborate anche da documenti ufficiali del Governo tedesco (la fabbrica RWM italia di Domusnovas da cui sono partite le bombe è di proprietà Rheinmetall) ottenuti dai ricercatori di Rete Disarmo e che dimostrano la piena responsabilità italiana sulle (almeno) sei forniture dirette a Riad. La decisione della Procura di Brescia permetterà di fare luce su questo caso di commercio internazionale di armi, emblematico di molti altri accordi simili. La speranza è che si arrivi finalmente a un esplicito chiarimento riguardo ai meccanismi di autorizzazione dell’export militare che configurano da tempo una possibile violazione della nostra normativa sul tema. In particolare, i risultati dell’inchiesta potranno rendere più trasparenti il tipo di rapporti intercorsi negli ultimi anni tra il nostro Governo e il Regno Saudita su questioni militari, di produzione armata e di difesa. La Rete Disarmo aveva già chiesto chiarimenti sulla recente visita della ministra Pinotti a Riad, che secondo fonti di stampa saudita aveva toccato anche aspetti relativi a contratti di fornitura per sistemi navali. L’ unica risposta ricevuta è stata un tweet del Ministero che paventava possibili querele. Rete Disarmo conferma di essere assolutamente serena, perché non ha diffuso nessuna falsità: ritiene invece che sia legittimo se non doveroso chiedere informazioni sui rapporti istituzionali di esponenti del nostro Governo con uno degli Stati maggiormente coinvolti nella guerra civile in Yemen. Un conflitto che, secondo ripetute prese di posizione delle Nazioni Unite, ha già portato a conseguenze catastrofiche per la popolazione, tanto che il Parlamento Europeo ha adottato nel febbraio 2016 una risoluzione per «avviare un’iniziativa finalizzata all’imposizione da parte dell’UE di un embargo sulle armi nei confronti dell’Arabia Saudita». Già questa autorevole presa di posizione rappresentava una conferma della scelta di presentare Esposti in diverse Procure italiane, non solo per sollecitare indagini su possibile violazione della legge 185 ma anche per valutare l’aderenza delle autorizzazioni ai principi e ai contenuti del Trattato Internazionale sugli Armamenti che l’Italia ha sottoscritto e ratificato. Per tutti questi motivi Rete Disarmo ribadisce la propria soddisfazione per la decisione della Procura di Brescia di far partire un’inchiesta su tutti gli episodi di invio di ordigni dall’Italia all’Arabia Saudita.

“C’è una città come tante. Ricca, avida, opulenta, consumista.
C’è una città come tante. Mal governata.
C’è una città invasa da topi. Topi che non si nascondono, ma escono allo scoperto per mangiarsi tutto.
Il governo non può più far finta di niente e promette “una bella poltrona” nel palazzo granducale a chiunque riesca a liberare la città dalla piaga dei topi.”

Chi volesse partecipare come pubblico allo spettacolo “Topo dopo topo” regia di Lara Gallo e Francesca Ricci, per il giorno 20 dicembre 2023 alle ore 14.00 all’interno della Casa Circondariale di Livorno, dovrà inviare il proprio nome e cognome, luogo e data di nascita al seguente indirizzo mail

prenotazionicarcere@gmail.com

entro e non oltre il 5 dicembre 2023.

I nominativi saranno oggetto di controlli da parte dell’Amministrazione penitenziaria, pena la non possibilità di partecipazione allo spettacolo.

Lasciate ogni smartphone in macchina, oh Voi che entrate.

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