Sgomberata la Jungle di Calais

Spettacolo alla Casa Circondariale di Livorno

Le fiamme divorano la bidonville di Calais che fino a qualche giorno fa ospitava 10mila migranti che vi si erano rifugiati nel tentativo, spesso disperato, di raggiungere l’Inghilterra. I migranti errano tra le macerie che ricordano un paesaggio post bellico sussurrando «Jungle is finish». Là dove fino a ieri c’erano negozi, capanne ed una forma di vita, seppur nella profonda precarietà, ora c’è solo cenere. Quello degli incendi è l’ultimo atto dello sgombero del campo annunciato già da mesi e iniziato lunedì 24 ottobre. Un atto di rabbia frutto di mesi di pressione e violenze. Un atto liberatorio. Un atto che in parte è stato anche provocato da chi voleva che questa jungle scomparisse. Per questo sgombero, come nel 2009, il governo francese ha optato per un’azione ‘teatrale’, accreditando 700 giornalisti da tutto il mondo, entrando così ufficialmente in piena campagna in vista delle elezioni. 5000 i migranti accompagnati nei CAO – Centri di Accompagnamento e Orientamento – in cui avranno un mese per decidere se chiedere o no l’asilo in Francia. Molti i minorenni che restano ancora senza protezione nella jungle, nonostante il prefetto annunci che tutti sono partiti. Con questa operazione la Francia si è ‘comprata’ un’immagine umanitaria e solidale. Peccato che nessuna autorità precisi che sono ben pochi quelli che concretamente potranno chiedere asilo in Francia. È facile invece rendersene conto se si passa qualche ora nella Jungle. Almeno l’80% degli abitanti della Jungle è transitato per l’Italia. Molti hanno un permesso di soggiorno italiano, spesso una protezione sussidiaria. La mancanza di lavoro e futuro però li ha spinti a partire e tentare il viaggio in Inghilterra. Altrettanti invece sono stati identificati in Italia e, per attuazione del Regolamento Dublino, dovrebbero essere obbligati a fare richiesta d’asilo nel nostro paese. Impronte prese, come raccontano, troppo spesso con l’utilizzo della forza o con l’inganno. Ibrahim è un giovane sudanese e racconta che i poliziotti italiani lo hanno convinto a farsi identificare promettendo che le impronte che dava erano solo una formalità. Ora teme che, quando chiederà asilo in Francia, in realtà scoprirà che non si trattava di una pura formalità italiana. La Jungle è in fiamme. Le ruspe termineranno l’opera di distruzione nei prossimi giorni. Ma la frontiera tra Francia ed Inghilterra rimanendo chiusa non farà altro che creare altre Jungle lungo il litorale. La storia si ripeterà, come negli ultimi venti anni, e alla distruzione di una Jungle seguirà la creazione di una nuova. I migranti portati nei CAO scopriranno che sono obbligati a tornare in Italia perché qui hanno impronte o documenti. E questo ennesimo sgombero finirà per risultare solo un’ennesima trovata elettorale portando all’erranza forzata migliaia di persone.

“C’è una città come tante. Ricca, avida, opulenta, consumista.
C’è una città come tante. Mal governata.
C’è una città invasa da topi. Topi che non si nascondono, ma escono allo scoperto per mangiarsi tutto.
Il governo non può più far finta di niente e promette “una bella poltrona” nel palazzo granducale a chiunque riesca a liberare la città dalla piaga dei topi.”

Chi volesse partecipare come pubblico allo spettacolo “Topo dopo topo” regia di Lara Gallo e Francesca Ricci, per il giorno 20 dicembre 2023 alle ore 14.00 all’interno della Casa Circondariale di Livorno, dovrà inviare il proprio nome e cognome, luogo e data di nascita al seguente indirizzo mail

prenotazionicarcere@gmail.com

entro e non oltre il 5 dicembre 2023.

I nominativi saranno oggetto di controlli da parte dell’Amministrazione penitenziaria, pena la non possibilità di partecipazione allo spettacolo.

Lasciate ogni smartphone in macchina, oh Voi che entrate.

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