Trasformare le spade in aratri è una delle speranze profetiche racchiuse nella Bibbia. La storia dell’umanità, purtroppo, racconta esattamente il contrario e come la storia italica ricorda, al tempo della seconda guerra mondiale si trasformarono i cancelli in metallo per cannoni. Ma dentro ciascuno di noi, spesso, si nasconde un inguaribile pessimista della ragione ma ottimista della speranza e, così, un movimento trasversale di idee, esperienze, progetti, indicazioni, ha dato vita alla mobilitazione per ridurre le spese militari utilizzando i risparmi per quelle necessità e bisogni sempre più esigenti richiesti dalla situazione economica.
Partendo da questo assunto mi è stato semplice presentare la mozione che chiedeva al Consiglio Comunale di Milano di attivarsi nei confronti del Governo affinchè fosse possibile limitare/eliminare l’acquisto dei caccia F35 (il cui costo complessivo ammonta a 15 miliardi di euro). Ed il Consiglio Comunale di Milano ha risposto approvandola. Credo che solo il leggere o pronunciare l’importo indicato provochi qualche brivido, in particolare a coloro che hanno problemi ad arrivare a fine mese; che si sentono rifiutare un sostegno al reddito per pagare l’affitto; alle famiglie che hanno problemi nel gestire i propri famigliari, abili o di – sabili che siano, nel momento della difficoltà acuta; a chi sostiene genitori, figli, parenti, amici, conoscenti, afflitti da problemi di natura psicologica o psichica e fa sempre più fatica nel mantenere costanza nel proprio impegno.
Con la cifra che si potrebbe risparmiare tanto si potrebbe fare in favore di coloro che sono ultimi e vorrebbero, magari, solo diventare penultimi, ma con dignità. Nella mozione, giusto per dare un metro di confronto con quanto si potrebbe ricavare dalla rinuncia al previsto acquisto, ho segnalato che con il risparmio dato da due caccia F35 si acquisterebbero i trenta convogli della metropolitana di cui Milano ha assoluto bisogno per rendere la sua linea 1 adeguata al percorso ed ai carichi previsti verso Expo 2015.
Nella conferenza stampa che si è tenuta a Palazzo Marino il 10 maggio, con la presenza del Sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, dell’Assessore ai servizi sociali, Pierfrancesco Majorino, e di alcuni dei promotori dell’iniziativa Taglia le ali alle armi – Francesco Vignarca, Pietro Raitano e Paolo Ricotti (Acli Milanesi) – ho sottolineato che l’essere stato il primo firmatario della mozione altro non ha significato che portare in Consiglio Comunale le migliaia di persone che hanno sottoscritto la petizione per la cancellazione di questo acquisto perchè loro sono i veri protagonisti di questa avventura, di questa speranza, di questa splendida e possibile utopia. Insieme a tutti loro ho voluto ricordare altre due persone che, senz’altro, avrebbe sottoscritto sia la petizione che la mozione. Senza nulla togliere a tanti altri significativi testimoni del pacifismo attivo presente nel nostro Paese, credo che Don Tonino Bello e Don Lorenzo Milani volentieri avrebbero apposto la loro firma a sostegno dell’iniziativa. Ma, forse, è anche grazie al loro pensiero, al loro esempio, alla loro testimonianza, insieme a quella di tante altre figure nascoste e generose, che si è generato quell’humus che ha reso possibile iniziare questa battaglia. Che non finisce qui…