N°22 Italia primo paese al mondo per spesa pro-capite dedicata al gioco d’azzardo

In Italia crescono i fatturati del gioco d’azzardo, ma anche i costi sanitari, sociali, relazionali e legali della sua diffusione. Per questo un ampio gruppo di organizzazioni hanno dato vita a Mettiamoci in gioco, campagna nazionale contro i rischi del gioco d’azzardo, presentata nei giorni scorsi a Roma. La campagna è promossa da Acli, Alea, Anci, Arci, Auser, Avviso Pubblico, Cgil, Cnca, Conagga, Federcon­sumatori, Fe­derserd, Fict, Fitel, Gruppo Abele, Intercear, Libera, Uisp.

Con 80 miliardi di euro di fatturato annuo, l’industria del gioco d’azzardo è diventata una delle più importanti del paese.

Lotterie, slot machine, poker, scommesse e giochi d’azzardo diversi hanno inondato il mercato a ritmi sempre più frenetici.

Il risultato di questo sforzo ingente, anche in termini di marketing e pubblicità, è stata la notevole crescita dei giocatori, che coinvolge ogni gruppo sociale, compresi pensionati, casalinghe, giovani.

L’Italia è il primo paese al mondo per spesa pro-capite dedicata al gioco.

Secondo alcune ricerche il 2.2% della popolazione adulta italiana è a rischio o vittima di patologia rispetto al gioco d’azzardo.

Una situazione favorita anche da molti conflitti di interesse, a partire dal fatto che lo Stato affida al Ministero del Tesoro e delle Finanze – fruitore di cospicue entrate economiche provenienti dal mercato dell’azzardo – il ruolo di tutelare i cittadini dai problemi sociali e sanitari correlati alle dipendenze patologiche indotte dalla progressiva espansione del settore.

Una funzione che, dunque, dovrebbe essere svolta da una diversa Autorità di pari livello.

Anche le mafie hanno fiutato l’affare, come testimoniato dalla Relazione della Commis­sione parlamentare antimafia del 2011, da molte inchieste della magistratura e dal rapporto di Libera ‘Azzardopoli’: il business del gioco d’azzardo costituisce un interesse specifico di infiltrazione delle grandi organizzazioni criminali e l’espansione del gioco d’azzardo legale non contiene, ma alimenta il gioco d’azzardo illegale.

Senza contare il nesso tra gioco d’azzardo e usura, più volte sottolineato dalle fondazioni antiusura.

La Campagna Mettiamoci in gioco nasce con l’intento di limitare la crescita forsennata del gioco d’azzardo, aumentare le tutele per la collettività e i giocatori, favorire gli interventi a favore dei giocatori ‘patologici’.

In particolare la Campagna chiede che lo Stato ponga un freno al modello di ‘liberalizzazione controllata’ del gioco d’azzardo, che si è progressivamente trasformato in insidiosa ‘deregulation’, come testimonia l’abnorme espansione delle proposte di giochi in ogni comune.

Nel frattempo si chiede una moratoria rispetto all’immissione di nuovi giochi, sia per quantità che per qualità, e la rinuncia ad ampliare ulteriormente la raccolta e i ricavi derivanti dall’azzardo, anche nel caso di nuove emergenze nazionali che richiedano l’immediato introito di risorse.

Così come si chiede di impedirne la pubblicità, di restituire potere decisionale alle comunità locali, di inserire il gioco d’azzardo patologico all’interno dei Livelli Essenziali di Assistenza, di costituire un Tavolo di confronto con associazioni e servizi impegnati nel settore per definire le linee di una campagna di educazione al gioco e di prevenzione dei rischi.