N°23 L’VIII Rapporto annuale di Arci Servizio Civile

di Licio Palazzini, presidente nazionale Arci Servizio Civile

La scelta fatta da ASC di spostare a giugno la presentazione del Rapporto annuale è stata ‘premiata’ perché il contesto è stato cambiato dall’annuncio del Ministro Riccardi di dotare di altri 50 milioni il Fondo Nazionale per il Servizio Civile per l’anno 2012. Con questa nuova dotazione sono programmabili quasi 19mila posti per il 2013 e altrettanti per il 2014. In materia di servizio civile è il primo vero segno di di – scontinuità con il precedente Governo.
Come ASC abbiamo apprezzato questa scelta. Quest’anno la caratteristica del Rapporto è stata quella di collegare più strettamente il servizio civile nazionale con l’obiettivo di trovare risposte positive all’aggravarsi della crisi del 2008. In questa prospettiva due sono stati i terreni su cui sono stati illustrati i risultati conseguiti. Il primo terreno riguarda le capacità e le competenze che i giovani apprendono durante l’anno di servizio civile, realizzando una delle finalità della legge istitutiva. Come proposto da IRS questo capitale umano, che riguarda in ampia maggioranza le donne, va fatto emergere e messo in rete per una banca nazionale delle competenze. Il secondo terreno riguarda l’accresciuta capacità del servizio civile di stimolare e formare all’impegno civile i giovani, in un momento in cui le formazioni sociali e politiche populiste e violente esercitano una attrattiva verso alcune fasce giovanili.
L’altra novità della presentazione di quest’anno è stata, accanto alla conferma delle alleanze consolidate nella storia di ASC, a cominciare dalla CNESC, l’allargamento degli interlocutori. Infatti hanno partecipato e dato la disponibilità a approfondire la collaborazione sia la Cgil che il Forum Nazionale dei Giovani. Questo passaggio assume ancora maggior rilevanza con l’avvicinarsi delle elezioni politiche e la necessità di dare vita ad una coalizione pro servizio civile che sia plurale nelle culture e nelle organizzazioni, ma che diventi capace di presentarsi alle varie forze politiche con una proposta che sia la base per il lavoro della nuova legislatura.
Una proposta che per dimensioni quantitative, flessibilità, ancoraggio alla promozione della pace e dell’impegno civile dei giovani, italiani e stranieri, sia un passo sostanziale verso il diritto dei giovani a partecipare al SCN. In questo quadro non si tratta però di dare per conclusa l’azione e la responsabilità del Governo Monti.
Infatti il passo conseguente allo stanziamento dei 50 milioni 2012 è quello di riportare il fondo nazionale nel triennio 2013-2015 ad almeno 120 milioni, completando quindi l’inversione di rotta rispetto alla liquidazione del Governo Berlusconi. Ma anche sul piano della gestione ordinaria il Ministro Riccardi dovrebbe esercitare alcune responsabilità.
L’attuale frammentazione politica nella valutazione dei progetti e nella formazione delle graduatorie fra UNSC e Uffici regionali va ridimensionata.
L’attuale griglia troppo ampia fra enti di prima ed enti di quarta classe va rivista spingendo ogni organizzazione a investire (ASC e organizzazioni associate hanno sostenuto un costo pro capite per ogni giovane in servizio nel 2010 di ben 4.900 euro pari quasi a quello dello Stato che è di 5.700 euro).