Di Filippo Miraglia, vicepresidente nazionale Arci.
I numeri resi noti dall’UNHCR sull’aumento di sfollati, richiedenti asilo e rifugiati nel mondo sono impressionanti e descrivono una condizione di emergenza umanitaria che interroga la comunità internazionale, la politica e i governi, minando le stesse fondamenta della convivenza civile sul nostro pianeta. Più 8,3 milioni rispetto all’anno precedente, per un totale di circa 60 milioni di persone, pari quasi al numero di abitanti del nostro Paese. Persone in fuga e in cerca di protezione, concentrate soprattutto nelle zone prossime alle aree di crisi, di guerre e conflitti. Dov’è l’Europa dell’Euro e della BCE, che fa la voce grossa con la Grecia e sembra difendere solo gli interessi della finanza e delle banche? A Ventimiglia mostra i muscoli di fronte a poche centinaia di persone, in Ungheria si erigono muri vergognosi, a Roma e a Milano la solidarietà popolare ripara i danni di un governo incapace di programmare un’accoglienza dignitosa. Sempre secondo i dati UNHCR, dei 60 milioni di persone che hanno dovuto lasciare le loro case nel 2014, più dell’86% è stato accolto nei Paesi più poveri. Le aree ricche del mondo continuano a fare molto poco. Il 20 giugno, giornata internazionale del rifugiato, scenderà in piazza l’Europa dei diritti e della dignità. Non possiamo più assistere passivamente a riunioni dei capi di stato e di governo, di ministri degli Interni che prendono accordi che non risolvono le questioni che andrebbero affrontate oggi. Accordi che servono solo alla propaganda interna. Vi chiediamo: cosa state facendo per fermare guerre e persecuzioni? Cosa per consentire alle persone in fuga di rivolgersi agli Stati e non agli scafisti? Cosa volete fare per garantire dignità e diritti a quei pochi (650mila domande sono poco più dell’1% di tutti gli sfollati, rifugiati e richiedenti asilo) che arrivano in Europa a rischio della vita? La risposta è nulla. Oppure è talmente ridicola (come le quote di reinsediamento previste dalla Commissione Europea) da essere quasi offensiva. Per questo abbiamo promosso una mobilitazione nazionale insieme a centinaia di organizzazioni. Una mobilitazione che vedrà coinvolti molti territori e che avrà il suo momento principale a Roma, dalle 15. In un luogo simbolo del nostro Paese, della storia europea e del mediterraneo: il Colosseo. Saremo lì con le nostre proposte, le uniche ragionevoli e percorribili; per fermare le stragi; per un programma europeo di ricerca e salvataggio nel mediterraneo. Perché si aprano canali d’accesso umanitari; perché si adotti un sistema d’asilo unitario in tutta l’UE; per avanzare proposte che chiudano la stagione del razzismo di stato. Sabato è anche l’anniversario della morte di Tom Benetollo, che per molti di noi, oltre che un amico, è stato un maestro. Tom è stato uno dei principali protagonisti del pacifismo italiano ed è stato tra i primi a capire che bisognava costruire in Italia e in Europa un movimento antirazzista ampio, non elitario. Sabato Tom sarà idealmente in piazza con noi. E noi lo ricorderemo ripetendo le sue parole, che ci spingono, oggi come ieri, ad andare avanti anche quando il pessimismo sembra prevalere in ogni angolo del mondo:«arrendersi al presente è il modo peggiore di progettare il futuro».
Grazie Tom!