Diario di bordo: le tappe di Cesenatico e Bologna

Continua il viaggio della Carovana Antimafie, partita dalla Calabria il 10 giugno scorso. Di seguito, il diario delle tappe a Cesenatico e Bologna, a cura della carovaniera Marzia Papagna. Tutte le tappe, i diari e gli aggiornamenti sono su www.carovanaantimafie.org. 

22 giugno, Cesenatico e Bologna Immigrazione e lavoro.

La tappa emiliana oggi si divide tra Cesenatico e l’interporto di Bologna, due momenti in cui il valore e l’impegno della rete incontrano il viaggio di noi carovanieri. A Cesenatico, l’appuntamento è con Marisa Zani, referente di Libera Cesena-Forlì. Ad accoglierci davanti al Museo della Marineria, sul Canale del Porto, c’erano anche i volontari di Libera, il presidente dell’Arci Cesena Paolo Brunetti e Mino, rappresentante della cooperativa Cad, che in questo coloratissimo paesino della riviera romagnola gestisce la prima accoglienza dei migranti, all’Hotel Splendor. Le loro storie e la condizione di tutti i migranti, a pochi giorni dalla celebrazione della Giornata mondiale del Rifugiato, sono il punto centrale di questa tappa in cui l’immigrazione non è vista come emergenza, ma come un’occasione affinché, come recita il manifesto esposto all’ingresso del museo, «ad occuparsi di loro non sia la criminalità organizzata». Per questo motivo abbiamo scelto di dare spazio, questa volta, non solo agli scatti sulle periferie catturate da Stefano Pavese, ma anche alla mostra fotografica sul tema della schiavitù protagonista dell’edizione passata, ma che viaggia con noi anche quest’anno. Alla discussione sono intervenuti Gabriella Stramaccioni (responsabile Welfare di Libera), Filippo Miraglia (vice presidente nazionale di Arci), Elisa Fiorani (co-presidente Anolf regionale Cisl), Mirto Bassoli (segretario regionale Cgil), con la moderazione di Maurizio Milandri (segretario confederale Uil Cesena). Salutiamo Cesenatico e impostiamo le nuove coordinate sul navigatore a bordo: direzione Interporto, Bologna. Dalla costa ci vuole circa un’ora e mezzo per raggiungere questo mega centro di distribuzione merci. Noi ci siamo arrivati in tarda serata, verso le 22, e ci è sembrato quasi di entrare in un altro mondo, probabilmente perché si entra attraversando un casello, come in autostrada. Loretta Viani della Filt Cgil Emilia Romagna, insieme a Fiore dell’Arci e agli altri sindacalisti confederali, avevano già allestito un banchetto con tanto di caffé caldo, té e biscotti. Un presidio pensato ad hoc per la pausa delle lavoratrici e dei lavoratori che, un gruppo alla volta, ci hanno raggiunto condividendo con noi questo momento di confronto sui contratti, sulle ore di lavoro, sulle giornate trascorse alla guida di un camion o a smistare fatture. «Qui la mafia è un dato di fatto – ci spiega Roberto dello sportello Uil – pensate al lavoro nero e ai continui errori in busta paga: l’interporto è la terra di nessuno, eppure conta più di 12mila lavoratori che aumenteranno fino al 2018. Non è la prima volta che incontriamo i lavoratori di notte, sosteniamo presidi di questo tipo almeno una volta alla settimana. Tutti stiamo mettendo in campo dei progetti che hanno l’obiettivo di ripristinare l’etica sul lavoro, ma anche per creare giustizia sociale, per il datore di lavoro come per il lavoratore. Qui c’è gente che lavora più di dieci ore al giorno, la maggior parte dei contratti sono transnazionali (stesse ore, ma con uno stipendio nettamente inferiore): c’è un problema di dumping e noi siamo qui per denunciarlo e provare a trovare soluzioni». Lo sportello Filt-Cgil è intitolato a Pio La Torre, nell’ambito del progetto Infiltrazioni legali, e si trova vicino al centro direzionale dell’Interporto ed è aperto il mercoledì e il giovedì, di notte invece il presidio avviene ogni 15 giorni, di solito il venerdì. L’ufficio della Cisl è aperto tutti i giorni, una delle referenti parla quattro lingue: arabo, inglese, francese, italiano. La Uil all’interporto gira attualmente in camper, in attesa dell’apertura del presidio.