L’Italia è il Paese Ue che segna il record del numero di morti premature rispetto alla normale aspettativa di vita per l’inquinamento dell’aria. La stima arriva dal rapporto dell’Agenzia europea dell’ambiente: il nostro paese nel 2012 ha registrato 84.400 decessi di questo tipo, su un totale di 491mila a livello Ue. Tre i ‘killer’ sotto accusa per questo triste primato. Le micro polveri sottili, il biossido di azoto e l’ozono, quello nei bassi strati dell’atmosfera. Il bilancio più grave se lo aggiudicano le micropolveri sottili, che provocano 403mila vittime nell’Ue a 28 e 432mila nel complesso dei 40 Paesi europei. L’impatto stimato dell’esposizione al biossido di azoto e all’ozono invece è di circa 72mila e 16mila vittime precoci nei 28 Paesi Ue e di 75mila e 17mila per 40 Paesi europei. L’area più colpita in Italia dal problema delle micro polveri si conferma quella della Pianura padana, che ha un ristagno e uno scarso ricambio di aria che rende più serio il problema dell’inquinamento. Brescia, Monza, Milano, ma anche Torino, oltrepassano il limite fissato a livello Ue di una concentrazione media annua di 25 microgrammi per metro cubo d’aria. Considerando poi la soglia ben più bassa raccomandata dall’Oms di 10 microgrammi per metro cubo, il quadro italiano peggiora sensibilmente, a partire da altre grandi città come Roma, Firenze, Napoli, Bologna, arrivando fino a Cagliari. Con 110 giorni di superamento del limite Frosinone guida la classifica sui capoluoghi più inquinati da PM10 nel 2014. Al secondo posto Alessandria (86), seguita da Benevento, Vicenza e Torino con 77 giorni. Lodi e Cremona (71), Avellino (69), Milano (68), Venezia e Asti (66). Compaiono nella classifica dei capoluoghi fuorilegge anche altre grandi città come Palermo (65), Napoli (40), e Cagliari (36). È interessante notare anche di quante volte i superamenti sono oltre la soglia consentita dei 35 giorni l’anno: Frosinone supera il limite di tre volte, Alessandria di due volte e mezza, Benevento, Vicenza, Torino, Lodi e Cremona sono oltre il doppio dei giorni consentiti, mentre Avellino, Milano, Venezia e Asti non lo doppiano per poco. Questo allarme è un ulteriore motivo per tener conto di quanto accade a Parigi al vertice sul clima delle Nazioni Unite. Le misure che servono per ridurre gli inquinanti (provocati principalmente da riscaldamento e traffico), coincidono largamente infatti con quelle utili a ridurre le emissioni di anidride carbonica, principale causa del surriscaldamento del pianeta e dei mutamenti climatici. L’Agenzia europea per l’ambiente ha inoltre riferito che nel 2013, l’87% degli abitanti delle città nell’Unione europea sono stati esposti a livelli di particelle di inquinamento che superavano gli standard di qualità dell’aria definiti dall’Organizzazione mondiale della sanità, più rigorose di quelle dell’Ue. Se l’Unione europea dovesse adottare gli standard dell’Oms, le concentrazioni di particelle inquinanti calerebbero di circa un terzo ed i decessi prematuri scenderebbero a 144mila.